Ormai non passa giorno che giornali e TV non scrivano qualcosa per convincere l'opinione pubblica di quanto sia terribilmente ingiusta la situazione delle carceri italiane.
L'ultima in ordine di tempo è questa "Lettera al Corriere" che descrive i 40 giorni passati in carcere da un ex-imprenditore.
A prescindere dall'ingiusta detenzione (che ovviamente è da criticare pesantemente), la descrizione di questi "terribili giorni in carcere" non mi sembra molto diversa da com'era la naja.
Stiamo diventando una nazione di smidollati che pretendono di avere sempre e comunque tutte le comodità, tutti i diritti, che non concepiscono che il carcere è carcere, non un albergo 4 stelle.
Questo qui si scandalizza per il carrello del cibo usato poi per portare la spazzatura? Doveva vedere l'igiene nelle cucine della caserma dove stavo a Napoli: scarafaggi, pentoloni lavati entrandoci dentro con gli anfibi sporchi, ecc... Eppure nessuno è morto.
Si lamenta che d'inverno si gela? Noi in caserma a Trieste avevamo 8 gradi in stanza e mi ero dovuto portare un sacco a pelo.
La doccia è una conquista? Noi la facevamo quando ce la facevano fare.
Se si sbagliava qualcosa c'erano punizioni, le più gravi (che erano per cazzate tipo addormentarsi mentre si faceva un'inutile guardia) comportavano giorni in più di fermo o addirittura il carcere.
Per lavare la mia roba a Napoli mi ero comprato detersivo e guanti. Insieme ad altri commilitoni abbiamo più volte dovuto disostruire cessi intasati con stronzi che galleggiavano per tutto il bagno. E non era una punizione: era ordinaria amministrazione. E non avevo commesso nessun crimine, semplicemente ho fatto il mio anno da militare come quella volta facevano tutti (o quasi).
Insomma vediamo di non cagare troppo il cazzo!
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