domenica 15 giugno 2014

Storie di ordinario menefreghismo

L'altro giorno mi servivano delle cuffie bluetooth da collegare al Mac. 

Vado  da Mediaworld, vedo tre commessi liberi al reparto informatica e chiedo:

Io: "Buon giorno, mi servirebbero delle cuffie bluetooth, dove posso trovarle?"

Commesso1: "Un auricolare?"

Io: "No, normali cuffie bluetooth"

Commesso1: "Non abbiamo..."

Io: "Non avete nessun tipo di cuffie bluetooth???"

Commesso1: "No, finite..."

Commesso2 reagisce alla mia faccia di assoluta incredulità: "Mah, guardi, provi a vedere al reparto wi-fi  se forse c'è qualcosa"

Il reparto wi-fi era 10 metri più in là... Vado e trovo subito 8-10 modelli diversi di cuffie bluetooth. Per non sbagliare c'era pure il cartello sopra lo scaffale con scritto "cuffie bluetooth".

Scelgo un modello che mi piace poi, visto c'era una commessa libera le chiedo:

Io: "Scusi, queste vanno bene anche su un Mac?"

Commessa: "Ah non so, deve chiedere al reparto informatica"

Ok, torno dai tre tizi di prima anche perché volevo far notare loro che le cuffie che volevo c'erano eccome.

Io: "Ci sono almeno una decina di modelli diversi delle cuffie che cercavo"

Commesso1: "Ah ma io credevo cercasse quelle col microfono"

(sulla scatola che ho in mano c'è scritto "microfono incluso")
Ok, non voglio discutere...

Io: "Potrei sapere se queste cuffie vanno bene su un Mac?"

Commesso1: "Non ho la minima idea"

Ok, rinuncio... Pago e vado a casa.

Alla fine le cuffie sono perfette e, come promesso sulla confezione, si collegano a qualunque apparecchio bluetooth, anche al Mac.

Ora però una piccola riflessione sui commessi che ho incontrato:

  1. nonostante fossero assolutamente liberi non si sono minimamente presi la briga di aiutarmi
  2. mi hanno dato informazioni false (sono finite)
  3. pur lavorando tutto il giorno in quel negozio non sapevano che 10 metri più il là c'era quello che cercavo
  4. pur essendo assolutamente liberi nessuno ha proposto di provarle su un Mac in esposizione (la confezione delle cuffie era aperta) per sapermi dire se erano adatte

A questo punto potrò anche capire che avete orari di merda e una paga da fame ma se poi arriva l'extracomunitario che vi frega il posto vi sta solo che bene!
.

13 commenti:

  1. Giulio, anche te, su !!!
    Lo sanno tutti che Bluetooth è sinonimo di microfono-auricolare per telefonino e basta.
    Non è una tecnologia, è un prodotto ben preciso. :-)

    A parte gli scherzi, vedo che il vizio del "se non è lì non ce l'abbiamo" continua a fare proseliti nel mondo delle grandi catene.
    Purtroppo il discorso salario è una brutta realtà e, come lessi una volta su un blog, "se paghi noccioline, non stupirti se poi hai delle scimmie a lavorare".
    A parte qualche raro caso di commessi informati (perché magari appassionati), il panorama è sconsolante.
    Io solitamente ci vado con le idee ben chiare e spero sempre che gli scaffali abbiano quello che cerco con magari qualche valida alternativa.

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  2. Eh, ma anche tu! Andare a disturbarli mentre erano impegnait a farsi i fatti loro!

    Per come sono io, non gliel'avrei fatta passare liscia: prima gli facevo un cazziatone epocale, poi scrivevo una e-mail alla Mediaworld raccontando il tutto.

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    1. Su twitter ho linkato questo post all'account di Mediaworld... Almeno se lo leggeranno a mo' di reclamo

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  3. io credo che non dipenda da tipo di lavoro orari e quant'altro dipende che tipo di persona si è. Se uno se ne frega si comporta così. Poi altro discorso sono orari stipendi e tutto il resto.

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    1. Vero, però cercavo di trovare un motivo per cui quel giorno da Mediaworld erano almeno 4 i commessi menefreghisti...

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  4. Il fatto che vengono pagati poco e abbiano orari di merda non è una giustificazione.
    Non prendo lo stipendio da due mesi e ho gli orari che hanno in genere gli esercizi che lavorano di più quando la gente è a casa (leggi domenica, festivi e serali) ma il cliente non ne ha colpa e si merita tutta la gentilezza e la professionalità possibile.

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    1. Diciamo che avere brutti orari e venir pagati poco non è un incentivo a far bene il proprio lavoro. Ma loro erano proprio ben sotto anche al minimo sindacale...

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  5. Si chiama legge dell’inadeguatezza italica. Vedi anche alla voce “meritofobia”. È lo stesso paese in cui il giornalista è spesso uno che non sa scrivere in italiano, lo scrittore da classifica è uno che scrive malissimo, il paese in cui una libraia di serie D, stronza e scortese, può impunemente ignorare l’esistenza di un ottimo libro a diffusione (inter)nazionale. Il paese in cui il telecronista strapagato è uno che ti rovina la partita facendoti scoppiare la testa con la sua insulsa e arrogante logorrea. Per fortuna esiste la tecnologia per escludere la voce antipatica e godersi la partita con gli effetti sonori dello stadio, come se tu fossi lì (e poi dicono che sono tecnofobo… :D) E per fortuna, per ritornare a te, esistono gli acquisti online. Con le tecnologie si perderanno posti di lavoro? Se la gente lavora così, non sarò io a dispiacermi se verrà mandata a spasso…

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    1. Hai ragione... Io ho ancora l'idea che è un peccato che il futuro si porti via sempre più i negozi fisici ma, se non frega nulla ai dipendenti, effettivamente non deve fregarmene a me.

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  6. Capita anche in altri negozi. Ormai non chiedo più, cerco e smadonno. E rimpiango i negozi con il bancone dove si poteva solo chiedere e loro cercavano negli scaffali.

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    1. A dire il vero quelli del bancone non li rimpiango poi tanto... Però un po' di aiuto dai commessi farebbe piacere.

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  7. difficile che gli extracomunitarii accettino lavoro da commesso, sono tutti piccoli imprenditori di se stessi

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