Ci sono alcuni posti nel mondo che mi hanno sempre affascinato: il Giappone, la Terra del Fuoco, i grandi parchi statunitensi, l'Islanda e l'Australia. Poi, per un motivo o per l'altro, ho sempre finito per viaggiare solo in Europa. Gran bei viaggi: Capo Nord, la Scozia, Spagna e Portogallo, la Lapponia... Quasi sempre fatti tutti in automobile perché mi piace vedere il paesaggio cambiare quando mi sposto mentre l'aereo mi trasporta un po' troppo istantaneamente e mi manca il senso della distanza.
Gli anni sono passati e tutti quei viaggi più grandi e lontani restavano sempre nel cassetto dei desideri da realizzare. Perché si ha sempre l'impressione che comunque ci sarà tempo per farli.
Poi però a 50 anni inoltrati ti rendi conto che il tempo non è poi né infinito, né passa senza lasciare traccia. Quello che a 20-30 anni facevo senza problemi, a 40 magari mi faceva tentennare, a 50 diventa problematico, a 60 probabilmente mi farà desistere. Piccoli acciacchi che sopraggiungono e che si accumulano ad altri piccoli acciacchi, problemi esterni (figli che crescono, genitori che invecchiano, la pensione che invece di avvicinarsi si allontana) ed altre mille scuse tendono a chiudere sempre più fermamente quel cassetto.
Finché lo scorso autunno mi sono reso conto che c'era una finestra di opportunità ben aperta: mia mamma e mia suocera abbastanza in salute, lo stesso per me e mia moglie, le figlie praticamente indipendenti, un po' di denaro da parte e la possibilità di prendere un lungo permesso dal lavoro.
Rimandare questa opportunità potrebbe aver significato cancellarla per sempre e sarebbe stato stupido perché la filosofia della mia vita è sempre stata di accumulare ricordi non rimpianti.
Abbiamo così deciso di iniziare con il viaggio più lungo ed impegnativo fra quelli sognati (ad esclusione della Terra del Fuoco che probabilmente resterà davvero solo un sogno) e cioè l'Australia.
Fine prima parte.
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allora attendiamo il resto
RispondiEliminabuona avventura
L'avventura purtroppo è già finita, ora è il tempo dei ricordi. Che sono tanti e tutti belli (per fortuna)
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